Il primo dato che emerge è che le categorie più colpite dalla crisi occupazionale sono e lavorativa sono gli artigiani e gli operai specializzati che perdono 555 mila occupati tra il 2008 e il 2012, mentre le professioni impegnate in attività elementari sia di produzione che di servizio aumentano di 538mila unità sempre nello stesso periodo.
Sempre sulla base dei risultati dello studio, sono stati individuati alcuni “fattori di protezione” contro l'inoccupazione o la disoccupazione: elasticità; creatività; resilienza.
Tra le professioni che offrono buone possibilità di realizzare le aspirazioni professionali si annoverano quelle dell’artigianato, chi le svolge riceve anche un buon riconoscimento dei propri meriti, certamente più di quanto accada a chi svolge una professione di elevata specializzazione. Queste ultime, infatti, rispetto al riconoscimento dei propri meriti, sono penultime in graduatoria, seguite solo dalle professioni operaie non qualificate. Tra gli occupati che percepiscono maggiormente l’insicurezza del proprio lavoro vi è una netta predominanza degli addetti ai call center e le professioni dello spettacolo. Assolutamente tranquilli sul fronte stabilità del lavoro, crisi o non crisi, i lavoratori che esercitano professioni universitarie, quelli che operano nella magistratura, gli ambasciatori e le professioni della pubblica sicurezza (polizia, carabinieri...).
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Professioni in tempo di crisi: competenze, abilità e condizioni di lavoro
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