Lo studio è stato condotto mediante una indagine di campo che ha interessato un campione di 1280 piccole e medie imprese (tra i 10 e i 249 addetti) residenti nelle quattro regioni del Mezzogiorno afferenti all’Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Sicilia, Calabria) e nel Veneto, con l’obiettivo di verificare l’utilizzo, il grado di consapevolezza e l’interesse rispetto agli strumenti di politica attiva del lavoro attualmente disponibili.
In base ai dati raccolti è emersa l’esistenza di alcune criticità di sistema che rendono meno agevole e più complesso il ricorso agli strumenti di politica attiva del lavoro da parte soprattutto delle imprese di minori dimensioni. I risultati hanno messo in luce una sorta di mismatch tra domanda e offerta, in particolare pubblica, di politiche attive che può essenzialmente ricondursi a problemi legati ad aspetti della cultura d’impresa, come quelli relativi alla governance, oppure al sistema di erogazione dei servizi per il lavoro (dal mancato coordinamento e integrazione con le politiche di sviluppo, alla frammentazione del sistema, alle carenze informative, alla complessità e onerosità delle procedure di accesso e gestione degli interventi) e infine alla parziale inadeguatezza degli strumenti proposti.
Per approfondire l'argomento si rinvia al sito ufficiale di Isfol, basta cliccare qui sotto:
Politiche attive del lavoro e imprese, un rapporto non sempre facile...
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